

“La Mantide attese impaziente tutto il giorno finché le ombre non sbucarono da sotto i sassi e i cespugli. Rimase all’erta finché il cielo non fu verde chiaro la dove l’ultima luce del giorno si incontra con il buio blu. E quando la luna spuntò fu talmente silenziosa che la Mantide rischiò di farsela sfuggire…” N. Mandela, Le mie fiabe africane
Empusa pennata è una Mantide appartenente alla famiglia delle Empusidae che prende il suo nome dalle lunghe antenne pennate presenti nel maschio. La sua livrea estremamente mimetica e le zampe captatrici anteriori dotate di una doppia fila di piccolissimi aculei sugli avambracci e di un lungo dito “prensile”, con il quale trattiene le prede, la rendono un temibile predatore per bombi, farfalle ed ogni altro insetto volatore che le capiti a tiro. E’ infatti estremamente specializzata nella “cattura al volo” ed è difficile immaginare, se non si assiste almeno una volta ad una scena di caccia, quanto sia abile e veloce nell’afferrare la preda. A differenza di altre mantidi la femmina non divora il maschio dopo l’accoppiamento ma si concentra sulla costruzione dell’ooteca, che può essere grande anche un terzo della madre e che dovrà essere deposta in tempo per far schiudere le uova prima dell’inverno, in modo che la stagione fredda venga affrontata sotto forma di neanide. Quello che più colpisce però osservando questo animale è il suo aspetto “alieno”, al quale sono stati probabilmente ispirate numerose creature mostruose della filmografia moderna.


